James Nachtwey a Palazzo Reale Milano

Invitiamo a visitare la mostra di James Nachtwey introducendola con le patole scelte da Wim Wenders per descriverne l’opera.

entrata

Chi sono gli altri, in rappresentanza dei quali James Nachtwey va in guerra ? Sono solo quelli raffigurati nelle immagini: gli affamati, i moribondi, i morti, i carnefici, i malati, i sofferenti, i terrorizzati o non siamo forse anche noi, quelli che guardano ? Se lui si fa testimone, partecipe, non richiama anche noi alla condizione di testimoni ?  Se così è allora James Nachtwey fa delle persone fotografate e di noi una comunità, cui non possiamo sottrarci tanto facilmente. Siamo quindi UNA umanità. La parola “com-passione” appare perciò sotto la sua luce originaria. Non più soltanto un “sorriso compassionevole” dall’alto in basso, ma un essere “co-involti, insieme nel mezzo della sofferenza”. Nachtwey riesce a vedere per conto di entrambe le parti di questa umanità, le vittime e gli spettatori, perchè non lavora soltanto CONTRO la guerra, contro l’arbitrio, l’ingiustizia, la disparità, ma sopratutto PER le persone che incontra nella guerra e nella sofferenza, e PER noi. Quest’uomo è un AMICO degli esseri umani, e pertanto un NEMICO della guerra. E si spinge così vicino alla guerra, lo fa al nostro posto, per costringerci a guardare, e quasi offrendosi alle vittime come un testimone oculare, che cerca di deporre in loro favore e di smentire così la guerra e la sua propaganda.

Wim Wenders

 

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