Tommaso è venuto a tovarci da Firenze per il fine settimana.
Sabato ha invitato a pranzo Renato Pozzetto. Rossella ha preparato un ottimo risotto e ha avuto grande successo. Proprio parlando di specialità alimentari Renato ha cominciato a raccontare di quella Milano dei tempi del Derby Club, dei suoi compagni di quegli anni, di Cochi, di Jannacci di Dario e di quella Milano esistenzialista e trasgressiva, ma nel contempo così abitudinaria. La vita del bar, quasi una comunità, un clan un elemento identitario teatro di gogliardate e di dolce vita. Gattullo, il bar simbolo del mondo dello spettacolo, non tanto quello patinato di divi e divine, ma quello delle avanguardie culturali, dell’innovazione a volte di rottura, a volta surreale sul modello francese.
I racconti di Renato sono bellissimi, dolci ed amari nello stesso tempo, ma mai nostalgici, disegnano quegli anni e quelle atmosfere con l’umorismo a cui ci ha abituato.
Alla fine del pranzo ho chiesto a Renato di posare per un ritratto. Lui ha accettato. Mentre studiavo la posizione e le luci ripensavo a quel mondo che ci aveva appena raccontato, all’ironia del suo sorriso, a quel modo sottile di prendere in giro la vita.
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