Da qualche anno si svolge sulle rive del Lago Maggiore un bel festival dell’arte performativa, ben organizzato da Antonella Cirigliano. Cross è una proposta culturale di grande qualità, oltre che una residenza d’artista che seleziona e produce nuovi progetti. Sono contento di essere coinvolto per la parte fotografica, mentre il mio amico Lucas McCall lo racconta con maestria attraverso l’immagine in movimento.
Che la cultura sia uno dei campi di investimento per creare economia è ormai acclarato, ma su un territorio come il nostro, che è terra di laghi e turismo, la cosa è davvero tangibile.
Dal punto di vista del fotografo raccontare l’arte performativa è interessante. Si tratta di comprendere le motivazioni e gli intenti delle opere per essere in grado di restituirne le atmosfere e i significati.

Essere ritrattista mi aiuta molto in casi come questo. Credo infatti che l’abitudine e la dimestichezza nel racconto del sentire riducano di molto le difficoltà nell’entrare in sintonia con le scelte degli artisti.
Molto importanti sono alcuni fattori tecnici che qui vorrei condividere. Il primo punto è sicuramente la flessibilità nel decidere che attrezzatura usare e quale stile renda al meglio per accordarsi al progetto dei vari autori. Personalmente mi trovo molto bene con una doppia attrezzatura da ripresa che è composta dalla mia fedele camera Canon full frame, con ottiche luminose che coprono dal 24 al 200 mm.
Quest’anno l’ho affiancata ad una mirrorless (Fuji X-T20) leggera e performante. Questa si è rilevata insostituibile soprattutto in casi particolari, poiché i sensori di ultima generazione garantiscono qualità alle sensibilità più estreme. Inoltre, non producendo alcun rumore, non interferisce per nulla con l’atmosfera raccolta necessaria alla performance. E ancora, aderendo come un guanto alla mia faccia, mi aiuta nella concentrazione e ben mi mimetizza.


Le immagini vanno poi postprodotte e rese disponibili alla stampa e alla diffusione web entro poche ore, in modo che ne venga assicurata la distribuzione il più celermente possibile.




Un capitolo molto appassionante sono i concerti e le performance nelle piazze. Adoro entrare nel vivo delle rapresentazioni live, a stretto contatto con un pubblico in gran parte richiamato dai nomi dei perfomer, ma spesso casuale, di passaggio, coinvolto e attirato dalla musica, dalle luci e dall’atmosfera che si crea improvvisamente in una piazza del lago. Perciò, io mi divido tra i palco e il pubblico, fondamentale coprotagonista delle serate.



